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Atlas

Rossana Taormina

Per White Garage Rossana Taormina ha realizzato un progetto completamente nuovo: grandi rappresentazioni visive che riproducono e dilatano vecchie fotografie recuperate nei mercatini delle pulci, obbedienti allo stereotipo della “foto ricordo”. Sono immagini che presentano errori tecnici o che recano lacerazioni dovute agli anni: hanno quindi subito una “distorsione” rispetto alla “realtà” che pretendono di rappresentare. Le immagini sono riportate su grandi pannelli in tessuto “bandiera”, dove l’artista interviene attraverso cuciture e rammendi, esaltando o celando, ripercorrendo così la stessa operazione che la memoria compie attraverso i ricordi.

Ciò che sopravvive, nell’immagine come nel ricordo, è l’aura di un tempo vissuto ed essa è cangiante e sfuggente nel suo essere continuamente ricontestualizzata o evocata. L’Atlante accoglie nella sua metafora luoghi che si collocano in una geografia personale, ma che sono suscettibili di essere seguiti da chi ne condivida il percorso, fili che evocano luoghi e tragitti, errori e ripensamenti, sottili unità di trame in continua evoluzione. 

“Atlas”  propone una riflessione sull’immagine e la memoria che attinge al corposo archivio fotografico dell’artista, strumento indispensabile nella sua ricerca: una riflessione che si interroga sul ruolo delle immagini contemporanee. 

Le immagini tradizionali, con la loro primordiale vitalità espressiva, erano per Aby Warburg il luogo in cui si depositava l’identità sociale e culturale della civiltà che le aveva prodotte. Tuttavia l’unità del mondo tradizionale si è progressivamente stemperata, fino a rompersi del tutto, una rottura percepita in primo luogo da artisti come Christian Boltanski e ancor più come Gerhard Richter, che hanno potuto esprimere la vertigine della permanenza e insieme l’oblio dell’immagine.

Artisti come loro hanno mostrato come l’immaginario contemporaneo sia continuamente attraversato da prospettive disomogenee, da stratificazioni di significati ciascuna delle quali può condurre in direzioni diverse. Rossana Taormina intende mostrare come il prolificare incontrollato delle immagini e la facilità di condivisione delle stesse sembrano strumenti in grado di sottrarci all’oblio, ma potrebbero più verosimilmente, invece, operare un cambiamento significativo nel nostro modo di accedere ai ricordi, promuovendo la progressiva immaterialità delle raccolte fotografiche.

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