COME - Atto Primo
Una mostra in due atti.
7 novembre 2019
I.
Nel primo atto del COME, il video compie l’azione, agisce la scena disegnata, animata, che dalla carta si fa video, e viceversa. Tutto a matita e dipinto di nero, come possibilità remota, e futuribile.
Un teatro immaginato, immaginario che mette in scena il “teatro animale”, e i suoi come.
Campo che non prevede che un ciclo fatto di ripetizioni e uno spazio, quello del disegno, tra l’umano e l’inventato. Come se i due – l’umano e l’inventato – non potessero che appartenersi.
Il disegno sa come fare col tempo proprio e improprio, regolato e alterato.
Il teatro della poesia. Entrambi minuscoli, un minuscolo nel minuscolo.
“Bene se senti il vento, però anch’esso deve sentire te” (Paul Celan)
23 novembre 2019
II (in attesa programma)
7 dicembre 2019
Finissage (in attesa programma)
Dove
white garage, Via Malta, 61, Catania, CT, Italia
Francesco Balsamo, Come, 2019. 24 disegni stampati su carta Shiro. Rilegato a mano in 30 copie. In vendita. Per informazioni scrivere a: info@whitegarage.it
Pubblicato da White Garage su Sabato 9 novembre 2019
Diretta video della inaugurazione della mostra
Atto Primo. Prima scena (Video)
Quell’azione di “crescita vegetale” – come fosse di un dialogo affollato – ed un vento incessante (un sonoro COME d’altrove) che accade: ecco che quest’apparizione, categoria della poesia, ci lascia in attesa di sé e dei suoi elementi, come ce li aspettassimo, come non aspettassimo altro che la sorpresa rinfoltita di un dialogante fogliame che potrebbe popolare e spopolare insieme l’intorno (l’inconscio?) di una sedia.
Atto Primo. Seconda scena
Attore specchiato e interpretato, ecco (nel suo bianco e nero alternato) il lupo “inscenato”: perde la testa, e “gli si” riafferra il capo – ancora una sequenza, una ripetizione (composizione e decomposizione), stavolta frontali – ancora un vento d’altrove, che sembra portare qui il movimento dello smembramento – il disegno non sanguina, il suo senso un po’ sì, è in bianco e nero come lo spavento.
Atto Primo. Terza scena (Video)
Il terzo video, un diavolo (un diavolo lupo?), forse divertito (come sempre, un tipo del genere?) rintocca col suo “mestolo” una parete – misura probabilmente un tempo COME una pozione, pendola “qualcosa” – sbigottisce, il suo movimento, lascia/batte un gioco inquietante nel ripetersi, e non vi è che quel vento, ancora d’altrove, a scandire questo “atto insensato”, a porre un quesito “scordato”, che lascia tutti noi nel nonsenso di esserci e pure non esserci?
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