Ettore Pinelli (Modica, 1984) vive e lavora a Modica. Tra le sue mostre personali recenti: Un luogo sconosciuto, Circoloquadro, Milano, 2019; Mono, ArtVerona con Fusion Art Gallery/Inaudita, 2018; Un luogo sconosciuto, Ritmo, Catania, 2018; Mono, Fusion Art Gallery/Inaudita, Torino, 2018; UNO, BoCs Art (AIR), Cosenza, 2017. Tra le mostre collettive: Tutti non ci sono, Traffic Gallery, Bergamo, 2019; Immateria, QUAM, Scicli, 2019; Historiae #0, Ex Macello, Ispica, 2019; Selvatico 13. Fantasia Fantasma. Pittura tra immaginazione e memoria, Palazzo Pezzi, Cotignola, 2018; Tartare, Fusion Art Gallery/Inaudita, Torino, 2018; Talking with hands, Quartair, Den Haag, 2018; Arteam Cup, Fondazione Dino Zoli, Forlì, 2018; Sulla Pittura: Cingolani, Galliano, Pinelli, Rossi, SpazioSiena, Siena, 2018; 18º Premio Cairo, Palazzo Reale, Milano, 2017; Dialogica, Galleria regionale, Palazzo Bellomo, Siracusa, 2017; Visioni d’interno, Burning Giraffe Art Gallery, Torino, 2017; Premio Combat, Villa Mimbelli, Livorno, 2017; Imago Mundi, Mediterranean Routes, Cantieri Culturali alla Zisa, Palermo, 2017.
Come ti sei avvicinato alla pittura?
Con molta naturalezza, attraverso un percorso di studi normale per un giovane che sente che quella sia la strada da percorrere. Ho iniziato a dipingere con dedizione solo negli ultimi sei anni, maturando una consapevolezza maggiore e ponendomi le questioni del come e del perché farlo. Non mi ha mai abbandonato l’ossessione, nonostante ci sia stato un periodo di disinteresse verso la fine degli anni di studio in accademia.
Quali sono i maestri e gli artisti cui guardi?
Francisco Goya, Diego Velázquez, Tintoretto, Caravaggio, David Hockney, Louise Bourgeois, e poi, naturalmente, Francis Bacon, Gerhard Richter, per poi passare ad Albert Oehlen, Cecily Brown, Wilhelm Sasnal, Marlene Dumas.
Sono affascinato da artisti – molti dei quali pittori – che riescono a esaltare la dimensione teatrale nell’opera, sia attraverso la figurazione che l’astrazione. Grandi superfici piatte, figure umane o animali, stagliate o evanescenti, come una pittura totalmente gestuale e segnica hanno una forte presa emotiva su di me …